Rieccomi.
Scusate il disturbo, ma mancavano le ultime foto e mai vi avrei privati di un simile spettacolo.
http://www.flickr.com/photos/drino70/sets/72157615590766059/
http://www.flickr.com/photos/drino70/sets/72157615988344041/
Colgo l'occasione per fare i complimenti al fotografo Drino (che in questo momento è in giro fra Uruguay e Brasile, che molto probabilmente si perderà e forse non rivedremo mai piu), miei e di tutti quelli che leggono le mie mail ed hanno commentato in modo entusiastico le immagini.
Certo che avendo una macchina della madonna e facendo una ventina di scatti per ogni soggetto, può capitare che ne esca uno piu che dignitoso...
Un chiarimento sulla conferenza 10 DOMANDE ALLA CHIESA: trattasi di un contraddittorio, con la presenza di un prete (non era chiaro a tutti). Per chi come me è contrario alla chiesa Spa, un'occasione per chiedere e chiarire tutte le cose che non piacciono.
Vorrei anche parlare di Antonio, il quale piu volte ha inveito pubblicamente contro di me, con le sue mail offensive e minatorie. Antonio, se sei un uomo dovresti rispondere pubblicamente e parlare delle foto che ti ho mandato. Dovresti anche dire quale risposta privata (coniglio) mi hai mandato.
Auguri e complimenti al mio cuginetto che è diventato papà (così almeno crede lui) di una bella bambina
Gia che ci sono vi racconto gli ultimi momenti vacanzieri.
Sabato a Buenos Aires era una giornata particolare. La tensione era nell'aria.
Era la prima del Diego: prima partita ufficiale dell'Argentina nelle qualificazioni mondiali.
Ho visto la partita (da solo, Drino stava tornando dall'Uruguay ed è arrivato verso le dieci) nel peggior bar di Buenos Aires, in mezzo ai tifosi piu accaniti: uno spettacolo.
4 a 0 per i biancocelesti, con ingresso finale del mitico Seba Veron.
Tutti felici e ... sbronzi persi.
Parliamo del volo di ritorno.
Avevo scelto British Airways in quanto, dietro suggerimento di Sandro, offre un vino rosso notevole.
Confermo la dritta.
Ho viaggiato a fianco di una coppia inglese (sulla sessantina) completamente alcolizzata.
Partenza ore 12.15, dopo un'oretta passano ad offrire uno spuntino. Tutti prendono acqua o succo d'arancia, io parto con il rosso e i due di fianco a me idem.
Ci portano un Bordeaux del 2007 davvero eccellente.
La signora mi è subito simpatica, perchè in quanto vegetariana non mangia il panino e io, timido, quando lo riconsegna alla hostess, le mozzo il braccio e me lo pappo al volo.
A metà pomeriggio passano per l'aperitivo: memore dei consigli degli esperti che invitano caldamente a non bere in volo, io prendo rum e cola, i due british vino bianco.
Poi rilanciano e chiedono un'altra bottiglietta a testa.
Li guardo, sorrido e accetto la sfida: un altro giro anche per me. Se pensate di battermi, vediamo.
Li curo a uomo per vedere se proseguono con le ordinazioni.
Si fermano.
Guardo lei, mi sembra assonnata. Guardo lui: è completamente pieno.
Inizia a parlare. Mi chiede di dove sono, dopo ben tre frasi stiamo gia parlando di calcio.
Non mi fa parlare, mi dice solo Istanbul.
E ride.
Ci penso qualche secondo e poi capisco: sei del Liverpool gli chiedo?
Si.
Gli dico che non è che me ne freghi tanto della finale di Champions, io sono del Toro.
Lui mi risponde: Istanbul.
E ride.
Gli rispiego che va bene, sono contento per lui, ma la cosa non mi tocca.
Mi guarda, ride ancora di piu e mi dice: Istanbul.
Gli metto una mano sulla spalla e gli parlo, lentamente, in italiano: va bene, mettiti li e dormi un po' che è meglio.
Non capisce, ma almeno il sorriso da ebete viene soppiantato da uno sguardo di incomprensione.
Mi metto le cuffie e lo lascio li a meditare.
Alla cena si riparte con il bordeaux, due giri per tutti e tre.
Partita pari, ma io giocavo fuori casa...
Prima dei (ultimi) saluti finali, una dritta per i maschietti.
Arrivo all'aeroporto di Buenos Aires, passo il check-in ed entro nella duty free zone.
Rimango esterrefatto.
Ho viaggiato molto nella mia vita, sono stato in luoghi idilliaci come Stoccolma, Copenaghen, Madrid, Barcellona e molti altri, ma io un assembramento di topa come il quel duty free non l'avevo mai visto. Tutti gli stand di profumi hanno arruolato il meglio della patata argentina, l'hanno messa giu da gara ed invogliata ad essere gentile con i clienti.
Io (ricordiamo che sono reduce da Peru e Bolivia) mi aggiro estasiato in un luogo che mi sembra irreale.
Giro fra gli stand con un sorriso ebete stampato in faccia e non capisco piu niente.
Amici, ho deciso che una volta al mese si va in Argentina. Non si esce nemmeno dall'aeroporto, ci si dirige subito alla duty free zone. Fidatevi.
Ciao a tutti.
E' davvero finita.
A
giovedì 2 aprile 2009
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