giovedì 26 marzo 2009

15 - Buenos Aires, Iguazu. Buenos Aires (Mercoledi 25 Marzo)

Ci siamo quasi, Lunedi si torna a casa.

Auguri al Sommo, anche per lui sono arrivati i 40.
Per Ciccio: ovvio che dopo le conferenze ti porto dal piadinaro.
In bocca al lupo a Camolese, con lui il Toro si puo' salvare. Noi ci crediamo

Siamo tornati a Buenos Aires qui ci siamo divisi, io alle cascate Iguazu e Sandro in Uruguay.
Poi Sabato ci ribecchiamo a Baires e io Domenica parto per l'Italia.
Per la cronaca (qualcuno non lo aveva capito e io non lo avevo detto) anche a Machu Picchu ero da solo.

Il ritorno in una grossa citta' e' molto duro. Dovete capirci, siamo reduci da Peru e Bolivia, dove le donne non sono proprio belle. Qui adesso sembra un paradiso. E se poi penso al discorso fatto dal Drino il primo giorno, a volte mi sembra di impazzire.
Per questo me ne vado subito a Iguazu...

Ed eccomi a Iguazu.
Alle cascate ci andro' domani, ma per una volta vi racconto quello che ho vissuto.
Non mandatemi a cagare, ma godete insieme a me.
Oggi vi parlo della felicita'.

Sto girando da due mesi senza bancomat (non e' abilitato per l'estero, ovviamente non lo sapevo) e senza codice per prelievo con carta di credito. Ma non importa, Micio (al secolo Max Bettini) mi ha assicurato che entrando in qualunqu banca si possono ritirare di persona i soldi fornendo la carta di credito.
Micio, non e' proprio cosi'. Ci sono riuscito solo una volta in banca e altre due in un centro di cambio soldi.
Comunque ce l'abbiamo fatta: Sandro preleva e fornisce i liquidi, io pago tutto il possibile con la carta.

Arrivati a Buenos Aires e' ovvio che il gioco con la banca funzionera'.
Martedi mattina ci vado, ma la prima e' deserta. Ne scelgo un'altra: idem.
Chiedo.
E' festa (nessuno sa bene di cosa): tutte le banche chiuse.
Bene, io stasera parto per un paesino e sono al verde
Sandro mi da la mancia di 150 pesos argentini (sui 37 euro).
Arrivo a Puerto Iguazu con la bellezza di 116 pesos.
40 se ne vanno subito per l'ostello, 60 domani per le cascate, 10 sempre domani per il bus.
Bene, mi rimangono 6 pesos (1 euro e mezzo) e li spendero' tutti in acqua.
E' sera e ho fame.
Per fortuna c'e' la carta.

Prima pero' devo prendere il bus di ritorno a Baires per domani.
Penso che prendero' la stessa compagnia dell'andata, che mi ha conquistato con una colazione divina (ristorante della compagnia, buffet a volonta').
Solo che parte troppo presto e io non so a che ora finiro' con le cascate.
Sicche' vado anche da quello che parte per ultimo, giusto per sondare.
Ne esco con il biglietto dopo meno di un minuto.
Scusate, quando vi dicono (partenza ore sette di dera, avevo chiesto se c'era la cena e/o la colazione, si arriva a mezzodi') che non solo c'e' cena e colazione, ma che per la cena c'e' l'aperitivo, il vino e anche lo champagne, voi cosa avreste fatto?
E il tutto per 10 pesos in piu dell'altro!!!
Si, ci vuole davvero poco a convincermi...

Ora la cena.
Guardo la guida (a volte la seguiamo, a volte andiamo a naso) e vado in quello super consigliato: non prende la carta. Ne trovo uno che mi piace e la prende.
Entro.
Mi trattano come un pezzente (come al solito sono in sandali, shorts e maglietta tutta rovinata, sapete che ci tengo al look).
Mentre leggo il menu ordino una caipirinha e visti i possibili problemi col ghiaccio (di solito i locali scrivono che il ghiaccio e' solo quello confezionato, ma qui no) chiedo al camerire se sto sicuro.
Questo pensa che abbia problemi con le bevande fredde e arriva quasi a dirmi che quel ghiaccio non e' poi tanto freddo...
Gli spiego il possibile problema con l'acqua e mi risponde che nella caipirinha non c'e' acqua.
Va bene, lasciamo perdere e concentriamoci sul cibo

Ho fame, tanta fame.
E ho deciso di trattarmi bene.
Cazzo, in quattro giorni in bus ci siamo fatti Cusco (Peru) Buenos Aires, passando per Santiago del Cile.
Circa 5000 chilometri, praticamente come andare a Capo Nord e tornare.
Certo se il Monti ci avesse procurato i biglietti aerei (a pochissimo) che ci aveva promesso...
Dai Monti, sto scherzando, e' andata benissimo anche cosi'.

Ordino un bife de chorizo (e' un'altra parte dell'animale, buona uguale ovviamente), insalata (quella super, della casa, con dentro tutto), patatine (ce ne sono otto tipi diversi, non so cosa ho preso, alla fine arrivano con sopra una strana salsina di erbette e aglio, una delizia). Bevo birra, perche' ci sono trenta gradi e il rosso non riesco a berlo.
Dopo l'ordinazione i camerieri iniziano a guardarmi in modo piu civile.
Spazzolo tutto, godendo ogni singolo boccone.
I camerieri ormai sono dalla mia parte.
Ordino anche il dolce.
Lui, sempre lui, il Don Pedro, ormai scelta fissa quando lo troviamo.
Il Don Pedro potrebbe essere catalogato come gelato (vaniglia), solo che il bicchiere dove lo mettono, prima lo riempiono a meta' di whisky.
Via anche quello.
Ormai sono l'idolo incontrastato del locale.

Sono letteralmente estasiato dal cibo
Di fianco a me c'e' una cicciona (anche lei da sola) che continua a lumare.
Sono COSI' felice che potrei farla contenta.
Purtroppo (per fortuna) non sono COSI' sbronzo. Ordino il conto in un clima di euforia nei miei confronti (se tutti i clienti fossero cosi'...)
Se vi capita di andare da El Quincho del Tio Querido, fate il mio nome, vi tratteranno da re.
113 pesos, che per il sud america e per la nostra vacanza e' un'esagerazione (ieri a Baires abbiamo speso uguale mangiando da dio in due), ma che se pensi sono 27 euro e che a Milano ci mangi forse la pizza, quasi ti incazzi.
Quando mi porta la ricevuta mi dice che la mancia (la PROPINA) non e' compresa.
Firmo, mi alzo e esco.
Il cameriere mi becca al volo e mi ripete due volte (in tutte le lingue, perche' non e' sicuro di quale sia la mia) che la mancia non e' compresa nella ricevuta della carta.
Lo affronto faccia a faccia, lo guardo negli occhi come un uomo con le palle sa fare e gli dico "se mi credi non ho un pesos, ho solo la carta"
Mi guarda intenso, come solo un uomo incazzato sa fare, non dice niente, ma nei suoi occhi leggo: "un altro italiano di merda, spilorcio e testa di cazzo. Italiani andatevene a fanculo, voi, la vostra pasta, la pizza, il mandolino. Mafiosi che non siete altro"
Se vi capita di andare da El Quincho del Tio Querido, provate a fate il mio nome, ma non con il cameriere alto.

Sono fuori e ... galleggio da tanto sono pieno.
Mi sento come Fantozzi dopo la cassa di Perrier al Casino di Montecarlo, quando volteggia in aria.
Solo un'altra volta ero arrivato ad un tale livello di estasi, in Sicilia con il Puma (Riky, do you remember?).
Era la cena dei 20 antipasti, 3 primi, 5 secondi, dolce e vino illimitato.
Che notte!

Questa e' la felicita' per un uomo.
Prada, sorry, ma a volte la si raggiunge anche senza patata.

Domani le cascate, ma in questo momento chi se ne frega?
Tolti i 60+10 pesos me ne rimarranno 6, alla grandissima.

A

P.S. Qualcuno puo' spiegare ad Antonio (l'originale Beautiful Mind) che ho viaggiato in Argentina, Cile Peru e Bolivia e che quel cazzo di Messico e' leggermente piu in alto!!!
Continua a chiedermi se in Messico ho visto anch'io gli UFO, dati i continui avvistamenti che si succedono.

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