Augurissimi a Jack, Federico e Lorenzo (l’ordine è del tutto casuale), i tre gemelli di Tom ed Elena.
Domani compiono due anni, quindi quando torno si può iniziare con la birra.
Mentre scrivo a Milano ci suonano gli ACDC. Per una volta vorrei essere a casa.
Questa mattina ho visto Machu Picchu, alle sei sono entrato.
Non sto a dirvi com'era e tutto il resto, anche perche' qualcuno fra voi c'e' andato.
Vi raccontero' perche' per me era cosi'importante che ci andassi ed il viaggio per arrivarci.
Partiamo da quest'ultimo.
A MP si arriva in treno, ma prima, da Cusco, bisogna arrivare a Ollantaytambo da dove parte appunto il treno. Essendo quasi tutti pieni, all'andata ho trovato posto a mezzogiorno e al ritorno alle sette di sera del giorno dopo.
Da Cusco partono dei semi taxi che portano la gente fino a Ollantaytambo.
Vado a prenderne uno verso le 9 di mattina e, avendo tempo, cambio rotta propendendo per il bus (di quelli locali). Qui li chiamano COLETTIVOS.
A questo punto pero' dobbiamo fare un passo indietro.
Quando ero all'universita', penso fosse una lezione di fisica, il professore ha narrato questo aneddoto: "un professore entra in aula con un recipiente di vetro, lo riempie di grossi sassi e chiede agli studenti se il recipiente è pieno. Tutti in coro rispondono di si. Allora il prof prende dei sassolini e li butta nel contenitore. Rifa' la domanda e questa volta solo qualcuno risponde in maniera affermativa. Di nuovo il prof prende un sacchetto di sabbia e la versa nel contenitore. ripete la domanda ricevendone un si all'unisono. Non contento prende una brocca d'acqua e la versa nel contenitore..."
Non avevo mai capito a cosa portasse questo esempio.
Mai, finche' non sono arrivato in Peru.
In Sud Amrica, c'e' l'abitudine da parte degli autisti di bus, di far salire la gente lungo la strada, non fargli il biglietto, fargli pagare la meta' del ticket e intascarsi il denaro.
Vi assicuro che e' tutto scientifico: appena svoltato l'angolo del terminal, inizia questa pratica, con la gente che ferma al volo il bus e scende "a chiamata". Dove vuole. Poi, magicamente, in prossimita' di un nuovo terminal, tutti gli abusivi sono gia' scesi, chi prima e chi dopo. Ieri il metodo ha toccato livelli di assoluta perfezione. Mi hanno assegnato il posto 4, prima fila (quella di destra), corridoio. Per pura fortuna era l'unico senza sedile davanti: che culo, ho pensato, posso allungare le gambe.
Ingenuo.
La mia vicina di posto e' una ragazza imbacuccata in un gigantesco piumino (c'erano 30 gradi). Sale una vecchia, la saluta e le chiede come mai e' cosi' coperta: ha fatto 3 giorni di febbre e qualcos'altro che non ho capito. Bene, penso, ci manca solo che mi ammali anch'io. Poi la donna le chiede se si e' curata e la ragazza risponde che sua madre le ha dato degli infusi con delle erbe. La donna annuisce approvando. Ora sono MOLTO piu tranquillo anch'io.
Partiamo e non appena il bus esce dal cancello, sale un ragazzo. Nei successivi 300 metri gia' 4 stop e 9 persone raccolte. Scopro che il ragazzo e' l'aiutante dell'autista (per gestire il traffico di clandestini).
Fra i nuovi arrivi ci sono alcune tipiche donne peruviane. La donna peruviana, come quella boliviana, si caratterizza per un culo di dimensioni inimmaginabili (mi rifiuto di credere che sia naturale, secondo me ci nascondono qualcosa), che gia' di per se occupa un volume pari a due esseri normali. A questo, pero', va aggiunta anche quella cazzo di coperta legata dietro la schiena, dentro la quale vi e' ogni ben di dio.
Morale: le mie gambe sono rannicchiate per overbooking, ho una natica appoggiata sul gomito (per fortuna sono basse... ) e una coperta appoggiata sul collo.
Si va avanti cos¡ per un bel po'.
Poi miracolosamente scendono in sei e mi rallegro. In un batter d'occhio, spuntati dal nulla mentre il bus rallentava, sale una famiglia di nove persone: un macello.
Il ragazzo fa salire tutti (= piu soldi) e ordina con autorita' di ammassarsi per bene in fondo. Ma dove cazzo vanno dietro? Non ho lo spazio vitale per girarmi e continuo a non capire come possa starci tutta questa gente. Secondo me se mi giro ne trovo qualcuno in orizzontale appoggiato sopra le teste.
Il ragazzo e' fenomenale e anche la gente. Tutti sanno che il bus deve arrivare entro un certo orario e ovviamente ogni operazione di salita e discesa comporta una perdita di tempo. Sicche' ogni volta il ragazzo gli ordina di sbrigarsi e loro quasi prendono il bus al volo: uno spettacolo. Quando poi chi deve salire ha anche un pacco da mettere nella stiva, si raggiungono livelli di velocita' e coordinazione che nemmeno il pit stop Ferrari ha mai avuto.
In prossimita' della fine corsa `pensavo di avere visto tutto.
Invece mancava la "brocca d'acqua"!!!!
Il ragazzo deve controllare i biglietti regolari di chi e' seduto e farsi pagare dagli abusivi che non sono ancora scesi. Il tutto prima di arrivare al terminal. E' cosi' che si fa tutto il bus, andata e ritorno: non chiedetemi come.
Adesso si: ho visto tutto.
Veniamo ora al motivo per cui Machu Picchu era tanto importante per me.
Da sempre nella mia mente era un luogo dove dovevo assolutamente andare. Non è il piu bello del mondo, eppure per me era così. Dall’inizio della vacanza ho cercato di capire perché e una volta salito sul trenino, si è accesa la lampadina.
Quando ero un po' piu piccino, ogni tanto guardavo il Maurizio Costanzo Show
Si, non dite niente, me ne vergogno profondamente: ho gia provveduto a recitare 12 pater e una trentina di gloria per ottenere l'assoluzione.
Comunque, ogni tanto mettevo su Canale 5 e controllavo quali ospiti c'erano. se trovavo qualcuno di interessante mi fermavo a guardare.
Tra i miei favoriti, un (mi pare) postino di Torino che parlava della prossima venuta degli extraterrestri, Amish mi sembra li chiamasse. Diceva che erano gia fra noi ed a breve si sarebbero palesati. Mi faceva morire perche' lo pigliavano tutti per il culo, il grassone baffuto in primis, ma lui li lasciava parlare e quando finivano riprendeva come non fosse successo niente.
Poi c'era un esperto di geografia e soprattutto antropologia. mi sembra avesse il borsello, sulla sessantina, una faccia tipo Zanzo (sorry per chi non lo conosce), ma pieno di capelli, per altro pittati di nero. Questo parlava delle popolazioni di tutto il mondo, tirando fuori nomi assurdi.
E poi c'era lui: Gerbino. Quello pelato (quando ancora non era di moda), massimo esperto mondiale di viaggi. Era stato dappertutto. Ma non che parlavano del Botswana e diceva che vi era passato. No, lui era stato in ogni singola via, singola casa, di ogni paesino della terra. Ogni tanto lo invitavano insieme al secondo (Zanzo) e non facevano che litigare tutta la puntata per poi accorgersi di dire le stesse cose.
Una volta Gerbino racconto' di un viaggio su un trenino da Cusco a Machu Picchu, su per la montagna. Lo descrisse con tale enfasi che mi entro' nella pelle.
Fino a quando non ho preso anch'io quel trenino, non capivo perche' Machu Picchu fosse tanto importante per me, ma poi mi e' arrivato il lampo di memoria.
Mi sta sul cazzo che devo ringraziare Costanzo per una cosa cosi' bella.
Comunque Machu Picchu, anche per i motivi appena detti, al momento e' l'emozione piu grande di questi (quasi) due mesi intensi.
Anche piu del primo bife de lomo.
Ciccio, che dici, non staro' mica invecchiando?
O diventando ricchione?
A
P.S. Sono arrivato a Machu Pichu alle 6 di mattina. Sono subito salito in alto dove si domina tutto. Dopo qualche minuto per riprendermi dalla visione, mi sono seduto, ho preso il mio Mp3 e ho messo a palla Sangue Impazzito dei Timoria.
Beh, ho avuto momenti peggiori!
Domani compiono due anni, quindi quando torno si può iniziare con la birra.
Mentre scrivo a Milano ci suonano gli ACDC. Per una volta vorrei essere a casa.
Questa mattina ho visto Machu Picchu, alle sei sono entrato.
Non sto a dirvi com'era e tutto il resto, anche perche' qualcuno fra voi c'e' andato.
Vi raccontero' perche' per me era cosi'importante che ci andassi ed il viaggio per arrivarci.
Partiamo da quest'ultimo.
A MP si arriva in treno, ma prima, da Cusco, bisogna arrivare a Ollantaytambo da dove parte appunto il treno. Essendo quasi tutti pieni, all'andata ho trovato posto a mezzogiorno e al ritorno alle sette di sera del giorno dopo.
Da Cusco partono dei semi taxi che portano la gente fino a Ollantaytambo.
Vado a prenderne uno verso le 9 di mattina e, avendo tempo, cambio rotta propendendo per il bus (di quelli locali). Qui li chiamano COLETTIVOS.
A questo punto pero' dobbiamo fare un passo indietro.
Quando ero all'universita', penso fosse una lezione di fisica, il professore ha narrato questo aneddoto: "un professore entra in aula con un recipiente di vetro, lo riempie di grossi sassi e chiede agli studenti se il recipiente è pieno. Tutti in coro rispondono di si. Allora il prof prende dei sassolini e li butta nel contenitore. Rifa' la domanda e questa volta solo qualcuno risponde in maniera affermativa. Di nuovo il prof prende un sacchetto di sabbia e la versa nel contenitore. ripete la domanda ricevendone un si all'unisono. Non contento prende una brocca d'acqua e la versa nel contenitore..."
Non avevo mai capito a cosa portasse questo esempio.
Mai, finche' non sono arrivato in Peru.
In Sud Amrica, c'e' l'abitudine da parte degli autisti di bus, di far salire la gente lungo la strada, non fargli il biglietto, fargli pagare la meta' del ticket e intascarsi il denaro.
Vi assicuro che e' tutto scientifico: appena svoltato l'angolo del terminal, inizia questa pratica, con la gente che ferma al volo il bus e scende "a chiamata". Dove vuole. Poi, magicamente, in prossimita' di un nuovo terminal, tutti gli abusivi sono gia' scesi, chi prima e chi dopo. Ieri il metodo ha toccato livelli di assoluta perfezione. Mi hanno assegnato il posto 4, prima fila (quella di destra), corridoio. Per pura fortuna era l'unico senza sedile davanti: che culo, ho pensato, posso allungare le gambe.
Ingenuo.
La mia vicina di posto e' una ragazza imbacuccata in un gigantesco piumino (c'erano 30 gradi). Sale una vecchia, la saluta e le chiede come mai e' cosi' coperta: ha fatto 3 giorni di febbre e qualcos'altro che non ho capito. Bene, penso, ci manca solo che mi ammali anch'io. Poi la donna le chiede se si e' curata e la ragazza risponde che sua madre le ha dato degli infusi con delle erbe. La donna annuisce approvando. Ora sono MOLTO piu tranquillo anch'io.
Partiamo e non appena il bus esce dal cancello, sale un ragazzo. Nei successivi 300 metri gia' 4 stop e 9 persone raccolte. Scopro che il ragazzo e' l'aiutante dell'autista (per gestire il traffico di clandestini).
Fra i nuovi arrivi ci sono alcune tipiche donne peruviane. La donna peruviana, come quella boliviana, si caratterizza per un culo di dimensioni inimmaginabili (mi rifiuto di credere che sia naturale, secondo me ci nascondono qualcosa), che gia' di per se occupa un volume pari a due esseri normali. A questo, pero', va aggiunta anche quella cazzo di coperta legata dietro la schiena, dentro la quale vi e' ogni ben di dio.
Morale: le mie gambe sono rannicchiate per overbooking, ho una natica appoggiata sul gomito (per fortuna sono basse... ) e una coperta appoggiata sul collo.
Si va avanti cos¡ per un bel po'.
Poi miracolosamente scendono in sei e mi rallegro. In un batter d'occhio, spuntati dal nulla mentre il bus rallentava, sale una famiglia di nove persone: un macello.
Il ragazzo fa salire tutti (= piu soldi) e ordina con autorita' di ammassarsi per bene in fondo. Ma dove cazzo vanno dietro? Non ho lo spazio vitale per girarmi e continuo a non capire come possa starci tutta questa gente. Secondo me se mi giro ne trovo qualcuno in orizzontale appoggiato sopra le teste.
Il ragazzo e' fenomenale e anche la gente. Tutti sanno che il bus deve arrivare entro un certo orario e ovviamente ogni operazione di salita e discesa comporta una perdita di tempo. Sicche' ogni volta il ragazzo gli ordina di sbrigarsi e loro quasi prendono il bus al volo: uno spettacolo. Quando poi chi deve salire ha anche un pacco da mettere nella stiva, si raggiungono livelli di velocita' e coordinazione che nemmeno il pit stop Ferrari ha mai avuto.
In prossimita' della fine corsa `pensavo di avere visto tutto.
Invece mancava la "brocca d'acqua"!!!!
Il ragazzo deve controllare i biglietti regolari di chi e' seduto e farsi pagare dagli abusivi che non sono ancora scesi. Il tutto prima di arrivare al terminal. E' cosi' che si fa tutto il bus, andata e ritorno: non chiedetemi come.
Adesso si: ho visto tutto.
Veniamo ora al motivo per cui Machu Picchu era tanto importante per me.
Da sempre nella mia mente era un luogo dove dovevo assolutamente andare. Non è il piu bello del mondo, eppure per me era così. Dall’inizio della vacanza ho cercato di capire perché e una volta salito sul trenino, si è accesa la lampadina.
Quando ero un po' piu piccino, ogni tanto guardavo il Maurizio Costanzo Show
Si, non dite niente, me ne vergogno profondamente: ho gia provveduto a recitare 12 pater e una trentina di gloria per ottenere l'assoluzione.
Comunque, ogni tanto mettevo su Canale 5 e controllavo quali ospiti c'erano. se trovavo qualcuno di interessante mi fermavo a guardare.
Tra i miei favoriti, un (mi pare) postino di Torino che parlava della prossima venuta degli extraterrestri, Amish mi sembra li chiamasse. Diceva che erano gia fra noi ed a breve si sarebbero palesati. Mi faceva morire perche' lo pigliavano tutti per il culo, il grassone baffuto in primis, ma lui li lasciava parlare e quando finivano riprendeva come non fosse successo niente.
Poi c'era un esperto di geografia e soprattutto antropologia. mi sembra avesse il borsello, sulla sessantina, una faccia tipo Zanzo (sorry per chi non lo conosce), ma pieno di capelli, per altro pittati di nero. Questo parlava delle popolazioni di tutto il mondo, tirando fuori nomi assurdi.
E poi c'era lui: Gerbino. Quello pelato (quando ancora non era di moda), massimo esperto mondiale di viaggi. Era stato dappertutto. Ma non che parlavano del Botswana e diceva che vi era passato. No, lui era stato in ogni singola via, singola casa, di ogni paesino della terra. Ogni tanto lo invitavano insieme al secondo (Zanzo) e non facevano che litigare tutta la puntata per poi accorgersi di dire le stesse cose.
Una volta Gerbino racconto' di un viaggio su un trenino da Cusco a Machu Picchu, su per la montagna. Lo descrisse con tale enfasi che mi entro' nella pelle.
Fino a quando non ho preso anch'io quel trenino, non capivo perche' Machu Picchu fosse tanto importante per me, ma poi mi e' arrivato il lampo di memoria.
Mi sta sul cazzo che devo ringraziare Costanzo per una cosa cosi' bella.
Comunque Machu Picchu, anche per i motivi appena detti, al momento e' l'emozione piu grande di questi (quasi) due mesi intensi.
Anche piu del primo bife de lomo.
Ciccio, che dici, non staro' mica invecchiando?
O diventando ricchione?
A
P.S. Sono arrivato a Machu Pichu alle 6 di mattina. Sono subito salito in alto dove si domina tutto. Dopo qualche minuto per riprendermi dalla visione, mi sono seduto, ho preso il mio Mp3 e ho messo a palla Sangue Impazzito dei Timoria.
Beh, ho avuto momenti peggiori!
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