Vi racconto di come due avventurosi Giovani Marmotte hanno affrontato un impervio percorso di 12 chilometri in mezzo alla natura selvaggia.
Prima però un accenno al pericolo molto reale che prima o poi durante la notte venga strangolato.
Dall’Italia mi sono portato un discreto raffreddore, penso un regalino dei figli di Tom ed Elena. Sta di fatto che la notte non riesco a respirare e russo di bestia. Stanotte condividevamo la stanza con due sessantenni inglesi, marito e moglie. Sandro mi ha detto che a un certo punto russavo talmente forte che la moglie, preoccupata fosse il marito e che ci disturbasse, si è messa a chiamarlo.
“Charles. Charles. Charles, stop it” imperativo categorico.
“It’s not me” gli ha risposto quasi scusandosi.
Io ovviamente dormivo di gusto e non ho sentito niente.
Siamo sempre nel parco Torres del Paine: natura, natura e ancora natura.
Il tempo non è dei migliori (diciamo così): ieri ha piovigginato tutto il giorno, con le folate di vento a 80 orari. Insomma, una camminata easy.
Siamo arrivati al rifugio appena in tempo, prima che si scatenasse una vera e propria bufera. Non avevamo tanti pesos cash (non andava il circuito della carta di credito) e per il pernottamento la zoccola della cameriera, da un conto di quasi ottantamila pesos (che già per il Cile è una cifra allucinante), ci faceva un cambio in dollari di 240!
Intuite benissimo dove l’abbiamo mandata.,
Alla fine abbiamo rinunciato alla cena (tranquilli, avevamo provviste) e abbiamo dormito in una cabanna (casetta in legno) della madonna, con intorno cascata, laghetto e montagna. Peccato che io ero con Sandro (e lui con me)
Oggi, vento previsto 90 all’ora (ma ormai abbiamo capito che fa la voce grossa solo nel pomeriggio), traversata di 12 chilometri.
È successo di tutto (ha piovigginato quasi sempre).
Vi racconterò dei guadi.
PRIMO GUADO
Con l’acqua di questi giorni anche i fiumiciattoli si sono ingrossati e ci sono delle difficoltà (a volte anche serie) ad attraversarli.
Ovviamente per quelli grossi ci sono i ponti in legno o corda.
Il primo guado si è presentato all’apparenza abbastanza semplice.
Studiamo per qualche secondo il da farsi e vedo che Drino parte per la sinistra.
Strano ,penso, a destra mi sembra piu semplice, ma sarà uguale.
Io mi dirigo a destra, dovrebbe bastare un salto, almeno spero, non ne sono totalmente sicuro: non avrà mica ragione il Drino.
Mentre sto caricando le gambe si accosta a me un Tarzan spagnolo che salta dall’altra parte senza pensarci. I suoi due amici ridono, lo guardano e lo etichettano come “sei sempre il solito animale”.
Giudicano troppo difficile il salto e decidono di andare dalla parte di Sandro.
Non avrà mica ragione il Drino.
Quando mi giro per guardarlo, lo trovo appenso con due mani a un grosso ramo orizzontale, una gamba in volo, l’altra a mollo in acqua.
No, non aveva ragione il Drino!
Carico le gambe e salto con incredibile agilità (a detta anche di Sandro): tutto asciutto.
Ai miei amici: è ora di finirla con le vostre illazioni sulla mia presunta scarsa agilità, la tengo nascosta per il momento del bisogno.
SECONDO GUADO
È un torrente molto largo e per di più in piena discesa.
Inizialmente sembra semplice, perché ci sono molte pietre che spuntano, ma guardando bene le pietre ci sono ma sono disposte molto lontane.
Stiamo 10 minuti a studiare la situazione e la vedo davvero grigia. Dico al Drino di scendere a valle per un po’, ma niente “è troppa strada”.
Allora salgo, perché mi sembra piu facile (meno difficile), solo che c’è una pietra molto inclinata in verticale e se metti male il piede rischi di cadere all’indietro e finire in acqua.
A un certo punto, non so perché, mi giro e lo trovo in mezzo al torrente, i piedi su una pietra, le mani su quella successiva, sguardo di terrore perso nel nulla
È praticamente sdraiato sopra l’acqua..
Quando mi incrocia, i suoi occhi supplicano aiuto. Potrei ricattarlo ed ottenere qualsiasi cosa. È nelle mie mani.
Ovviamente corro da lui, sistemo bene i miei piedi, allunga una mano dietro e aggancia la mia, lo trascino fuori.
Nei suoi occhi non mi sembra di intravedere lacrime, ma sono sicuro che se indago nei suoi pantaloni sicuramente qualcosa la trovo.
Solo adesso mi viene in mente che avrei dovuto fargli una foto, ma tanto la macchina era nel suo zaino e quindi mi metto il cuore in pace.
Bene, Drino salvato, ma il problema del guado rimane.
Mentre torno al punto che stavo sondando in precedenza, gli dico che forse è meglio togliersi scarpe e calze e passare ignudi.
Poi però vedo che l’inglese che stava sondando con me il passaggio in alto, è riuscito a passare. Aspetto che salti anche la sua ragazza (che si incaglia nella pietra inclinata e finisce in acqua) e poi mi butto. Tre salti uno dietro l’altro e ce la faccio. Ancora percorso netto.
Arriva Sandro, scarpe appese al collo, calze in mano. Si è arreso.
Ma non è finita: c’è la seconda parte di torrente da guadare. Troviamo subito una strada percorribile: tre salti e proprio all’ultimo mi bagno un po’ il piede. Fanculo.
Ripartiamo.
Mi rivolgo al mio compagno di viaggio e gli dico:
“Cazzo Drino, ti ho appena salvato la vita. Se fossimo in oriente saresti mio schiavo a vita, senza che te lo chiedessi”
Risposta “Ti ho ringraziato prima, e comunque la prossima volta prima togliti lo zaino”
Questo è il suo grazie.
Gli spiego che vista la sua faccia tempo non c’era, che mi sono fiondato per recuperarlo, ma non aumenta la dose dei ringraziamenti.
A un certo punto arriviamo ad un bivio: una strada sale e l’altra scende.
Pensiamo entrambi conducano allo stesso punto, ma si deve scegliere: Sandro va per la salita.
Mentre camminiamo mi affianco e gli chiedo:
“Ma perché non fare la discesa?”
“Perché se è sbagliata dopo dobbiamo solo scendere, sarà piu facile”
Ci penso un attimo e mi viene naturale un nuovo detto:
“Se ho capito bene, Drino, meglio una merda sicura subito ed eventualmente l’uovo dopo che l’uovo subito ed eventualmente la merda dopo”
TERZO GUADO
Davanti a noi un altro ruscello ingrossato.
Ormai mi accorgo che in automatico vado dalla parte opposta del Drino.
Ed è sempre meglio così: lui va a destra, io a sinistra e in 3 balzi sono fuori, percorso netto.
Dopo aver sondato per bene, torna sui suoi passi e viene da me, ma dice di non riuscirci.
Devo aiutarlo.
Questa volta allora appoggio lo zaino (mica che s’incazzi) punto il piede sull’ultima roccia e mi protendo con il braccio. Alla fine riesce ad agganciare la mia mano e i salti diventano semplici.
“E, ma tu sei lungo” mi dice.
Brutto frocio, non me l’hai detto in aereo o in bus, quando avevo le ginocchia in bocca…
QUARTO GUADO
Sempre in direzioni invertite (giuro che è così)
Io salto tranquillo, alla fine lo convinco a venire dalla mia parte.
Qui si capiscono le convinzioni geografiche del Drino.
C’è una pietra iniziale, la seconda da prendere col piede sinistro e la terza col destro. Lui parte di sinistro!!!
Ci metto due minuti a convincerlo che deve cambiare piede.
Diciamo che la Geografia del Drino è altamente rivedibile, o forse lui vede cose che gli altri, che noi non vediamo.
Ricordo che una volta nella, Death Valley, per convincermi a fare una strada è arrivato a dimostrare che in un percorso rettangolare (cartina alla mano), la somma del lato lungo e di quello corto della “sua strada” fossero piu corti della somma degli altri due.
Non so se mi sono spiegato bene, ma per chi ha capito o per chi già sa, la diagnosi è indubbiamente quella di caso senza speranza.
QUINTO GUADO
Io vado a dx, lui va a sn ma viene dalla mia parte.
Niente da fare, di li non si passa.
Torniamo di la, dove era andato lui inizialmente e vediamo che il passaggio è facile,
Gli chiedo perché non l’ha detto prima, e mi risponde che mi ha visto andare dall’altra parte e non ha nemmeno guardato.
Ormai ho perso ogni speranza….
SESTO GUADO
Lo precedo perché si è fermato cinquanta metri dietro per fare delle foto. Studio, salto, mi bagno la destra sull’ultimo sasso ma passo..
Tolgo lo zaino, mi siedo e lo aspetto.
Si, un po’ da bastardo, con il sorriso malefico sulle labbra.
Voglio proprio vedere che strada prenderà.
Arriva, va dalla parte sbagliata, poi giusta
Gli faccio segno di andare ancora piu in la, invece salta li dove si trova.
Si bagna un po’, ma ne esce bene.
Poi gli dico che lo avevo avvisato, mi dice che quando indico non si capisce un cazzo
“Hai ragione”
Arriviamo al rifugio, Drino dice: “andiamo di qua per il prato che è una scorciatoia”
Lo assecondo.
Voi direte, se sai già che canna perché gli vai dietro?
Perché sono un amico.
Ovviamente la strada portava da un’altra parte, torniamo sui nostri passi e finalmente raggiungiamo il rifugio.
Entriamo alla reception, ci sono due davanti a noi, due che erano dietro, ma dopo la dritta del Drino ci hanno superati.
Tocca a noi.
“Avete due letti per stanotte?”
“Mi spiace, gli ultimi due li abbiamo dati a quei ragazzi”
Drino, fanculo te e le tue scorciatoie.
Poi alla fine ci hanno trovato due letti, in camere separate.
Commento sul parco: Sandro sostiene che sia il posto piu bello del mondo.Non so se abbia ragione (il mio cuore batte per la Monument Valley), però se è così bello con un tempo così di merda, qualcosa di vero nelle parole del Drino c’è.
Prima però un accenno al pericolo molto reale che prima o poi durante la notte venga strangolato.
Dall’Italia mi sono portato un discreto raffreddore, penso un regalino dei figli di Tom ed Elena. Sta di fatto che la notte non riesco a respirare e russo di bestia. Stanotte condividevamo la stanza con due sessantenni inglesi, marito e moglie. Sandro mi ha detto che a un certo punto russavo talmente forte che la moglie, preoccupata fosse il marito e che ci disturbasse, si è messa a chiamarlo.
“Charles. Charles. Charles, stop it” imperativo categorico.
“It’s not me” gli ha risposto quasi scusandosi.
Io ovviamente dormivo di gusto e non ho sentito niente.
Siamo sempre nel parco Torres del Paine: natura, natura e ancora natura.
Il tempo non è dei migliori (diciamo così): ieri ha piovigginato tutto il giorno, con le folate di vento a 80 orari. Insomma, una camminata easy.
Siamo arrivati al rifugio appena in tempo, prima che si scatenasse una vera e propria bufera. Non avevamo tanti pesos cash (non andava il circuito della carta di credito) e per il pernottamento la zoccola della cameriera, da un conto di quasi ottantamila pesos (che già per il Cile è una cifra allucinante), ci faceva un cambio in dollari di 240!
Intuite benissimo dove l’abbiamo mandata.,
Alla fine abbiamo rinunciato alla cena (tranquilli, avevamo provviste) e abbiamo dormito in una cabanna (casetta in legno) della madonna, con intorno cascata, laghetto e montagna. Peccato che io ero con Sandro (e lui con me)
Oggi, vento previsto 90 all’ora (ma ormai abbiamo capito che fa la voce grossa solo nel pomeriggio), traversata di 12 chilometri.
È successo di tutto (ha piovigginato quasi sempre).
Vi racconterò dei guadi.
PRIMO GUADO
Con l’acqua di questi giorni anche i fiumiciattoli si sono ingrossati e ci sono delle difficoltà (a volte anche serie) ad attraversarli.
Ovviamente per quelli grossi ci sono i ponti in legno o corda.
Il primo guado si è presentato all’apparenza abbastanza semplice.
Studiamo per qualche secondo il da farsi e vedo che Drino parte per la sinistra.
Strano ,penso, a destra mi sembra piu semplice, ma sarà uguale.
Io mi dirigo a destra, dovrebbe bastare un salto, almeno spero, non ne sono totalmente sicuro: non avrà mica ragione il Drino.
Mentre sto caricando le gambe si accosta a me un Tarzan spagnolo che salta dall’altra parte senza pensarci. I suoi due amici ridono, lo guardano e lo etichettano come “sei sempre il solito animale”.
Giudicano troppo difficile il salto e decidono di andare dalla parte di Sandro.
Non avrà mica ragione il Drino.
Quando mi giro per guardarlo, lo trovo appenso con due mani a un grosso ramo orizzontale, una gamba in volo, l’altra a mollo in acqua.
No, non aveva ragione il Drino!
Carico le gambe e salto con incredibile agilità (a detta anche di Sandro): tutto asciutto.
Ai miei amici: è ora di finirla con le vostre illazioni sulla mia presunta scarsa agilità, la tengo nascosta per il momento del bisogno.
SECONDO GUADO
È un torrente molto largo e per di più in piena discesa.
Inizialmente sembra semplice, perché ci sono molte pietre che spuntano, ma guardando bene le pietre ci sono ma sono disposte molto lontane.
Stiamo 10 minuti a studiare la situazione e la vedo davvero grigia. Dico al Drino di scendere a valle per un po’, ma niente “è troppa strada”.
Allora salgo, perché mi sembra piu facile (meno difficile), solo che c’è una pietra molto inclinata in verticale e se metti male il piede rischi di cadere all’indietro e finire in acqua.
A un certo punto, non so perché, mi giro e lo trovo in mezzo al torrente, i piedi su una pietra, le mani su quella successiva, sguardo di terrore perso nel nulla
È praticamente sdraiato sopra l’acqua..
Quando mi incrocia, i suoi occhi supplicano aiuto. Potrei ricattarlo ed ottenere qualsiasi cosa. È nelle mie mani.
Ovviamente corro da lui, sistemo bene i miei piedi, allunga una mano dietro e aggancia la mia, lo trascino fuori.
Nei suoi occhi non mi sembra di intravedere lacrime, ma sono sicuro che se indago nei suoi pantaloni sicuramente qualcosa la trovo.
Solo adesso mi viene in mente che avrei dovuto fargli una foto, ma tanto la macchina era nel suo zaino e quindi mi metto il cuore in pace.
Bene, Drino salvato, ma il problema del guado rimane.
Mentre torno al punto che stavo sondando in precedenza, gli dico che forse è meglio togliersi scarpe e calze e passare ignudi.
Poi però vedo che l’inglese che stava sondando con me il passaggio in alto, è riuscito a passare. Aspetto che salti anche la sua ragazza (che si incaglia nella pietra inclinata e finisce in acqua) e poi mi butto. Tre salti uno dietro l’altro e ce la faccio. Ancora percorso netto.
Arriva Sandro, scarpe appese al collo, calze in mano. Si è arreso.
Ma non è finita: c’è la seconda parte di torrente da guadare. Troviamo subito una strada percorribile: tre salti e proprio all’ultimo mi bagno un po’ il piede. Fanculo.
Ripartiamo.
Mi rivolgo al mio compagno di viaggio e gli dico:
“Cazzo Drino, ti ho appena salvato la vita. Se fossimo in oriente saresti mio schiavo a vita, senza che te lo chiedessi”
Risposta “Ti ho ringraziato prima, e comunque la prossima volta prima togliti lo zaino”
Questo è il suo grazie.
Gli spiego che vista la sua faccia tempo non c’era, che mi sono fiondato per recuperarlo, ma non aumenta la dose dei ringraziamenti.
A un certo punto arriviamo ad un bivio: una strada sale e l’altra scende.
Pensiamo entrambi conducano allo stesso punto, ma si deve scegliere: Sandro va per la salita.
Mentre camminiamo mi affianco e gli chiedo:
“Ma perché non fare la discesa?”
“Perché se è sbagliata dopo dobbiamo solo scendere, sarà piu facile”
Ci penso un attimo e mi viene naturale un nuovo detto:
“Se ho capito bene, Drino, meglio una merda sicura subito ed eventualmente l’uovo dopo che l’uovo subito ed eventualmente la merda dopo”
TERZO GUADO
Davanti a noi un altro ruscello ingrossato.
Ormai mi accorgo che in automatico vado dalla parte opposta del Drino.
Ed è sempre meglio così: lui va a destra, io a sinistra e in 3 balzi sono fuori, percorso netto.
Dopo aver sondato per bene, torna sui suoi passi e viene da me, ma dice di non riuscirci.
Devo aiutarlo.
Questa volta allora appoggio lo zaino (mica che s’incazzi) punto il piede sull’ultima roccia e mi protendo con il braccio. Alla fine riesce ad agganciare la mia mano e i salti diventano semplici.
“E, ma tu sei lungo” mi dice.
Brutto frocio, non me l’hai detto in aereo o in bus, quando avevo le ginocchia in bocca…
QUARTO GUADO
Sempre in direzioni invertite (giuro che è così)
Io salto tranquillo, alla fine lo convinco a venire dalla mia parte.
Qui si capiscono le convinzioni geografiche del Drino.
C’è una pietra iniziale, la seconda da prendere col piede sinistro e la terza col destro. Lui parte di sinistro!!!
Ci metto due minuti a convincerlo che deve cambiare piede.
Diciamo che la Geografia del Drino è altamente rivedibile, o forse lui vede cose che gli altri, che noi non vediamo.
Ricordo che una volta nella, Death Valley, per convincermi a fare una strada è arrivato a dimostrare che in un percorso rettangolare (cartina alla mano), la somma del lato lungo e di quello corto della “sua strada” fossero piu corti della somma degli altri due.
Non so se mi sono spiegato bene, ma per chi ha capito o per chi già sa, la diagnosi è indubbiamente quella di caso senza speranza.
QUINTO GUADO
Io vado a dx, lui va a sn ma viene dalla mia parte.
Niente da fare, di li non si passa.
Torniamo di la, dove era andato lui inizialmente e vediamo che il passaggio è facile,
Gli chiedo perché non l’ha detto prima, e mi risponde che mi ha visto andare dall’altra parte e non ha nemmeno guardato.
Ormai ho perso ogni speranza….
SESTO GUADO
Lo precedo perché si è fermato cinquanta metri dietro per fare delle foto. Studio, salto, mi bagno la destra sull’ultimo sasso ma passo..
Tolgo lo zaino, mi siedo e lo aspetto.
Si, un po’ da bastardo, con il sorriso malefico sulle labbra.
Voglio proprio vedere che strada prenderà.
Arriva, va dalla parte sbagliata, poi giusta
Gli faccio segno di andare ancora piu in la, invece salta li dove si trova.
Si bagna un po’, ma ne esce bene.
Poi gli dico che lo avevo avvisato, mi dice che quando indico non si capisce un cazzo
“Hai ragione”
Arriviamo al rifugio, Drino dice: “andiamo di qua per il prato che è una scorciatoia”
Lo assecondo.
Voi direte, se sai già che canna perché gli vai dietro?
Perché sono un amico.
Ovviamente la strada portava da un’altra parte, torniamo sui nostri passi e finalmente raggiungiamo il rifugio.
Entriamo alla reception, ci sono due davanti a noi, due che erano dietro, ma dopo la dritta del Drino ci hanno superati.
Tocca a noi.
“Avete due letti per stanotte?”
“Mi spiace, gli ultimi due li abbiamo dati a quei ragazzi”
Drino, fanculo te e le tue scorciatoie.
Poi alla fine ci hanno trovato due letti, in camere separate.
Commento sul parco: Sandro sostiene che sia il posto piu bello del mondo.Non so se abbia ragione (il mio cuore batte per la Monument Valley), però se è così bello con un tempo così di merda, qualcosa di vero nelle parole del Drino c’è.
ciao bello,
RispondiEliminauboldo-ardor busto 56-67 !
PD
ste
ps
ho ritrovato le istruzioni per la posta della pallacanestro.
ci guardo